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Filariosi : quali sono, chi colpiscono, come si trasmettono, quali sono le regioni più colpite, che sintomi danno, esiste terapia ?

La Filariosi (o Filaria) Cardiopolmonare è una malattia parassitaria sostenuta da un verme nematode (Dirofilaria immitis): le larve microscopiche del parassita sono trasmesse al cane e al gatto dalle zanzare attraverso il pasto di sangue. Al termine del loro ciclo di sviluppo, circa 6 mesi dopo la trasmissione al cane, i parassiti di D. immitis raggiungono il cuore ed i vasi polmonari e divengono adulti, lunghi fino a 30 cm.
In questa sede si riproducono, immettendo nuove larve nel circolo sanguigno. Tali larve figlie (dette microfilarie) sono quindi assunte da una zanzara con un nuovo pasto di sangue, facendo ricominciare così il ciclo.
La Filariosi Cardiopolmonare può colpire sia il cane sia il gatto.
Il parassita è esattamente lo stesso che colpisce il cane e medesimi sono i vettori della malattia (zanzare). L’organismo del gatto presenta tuttavia delle peculiarità, che fanno sì che la Filariosi si manifesti in questa specie con modalità molto differenti rispetto a quelle tipiche del cane.
In realtà nel gatto, diversamente che nel cane, molte infestazioni si arrestano precocemente con la morte delle larve preadulte nelle arterie polmonari, senza ulteriore evoluzione del parassita allo stadio adulto causando una sindrome denominata H.A.R.D (HEARTWORM ASSOCIATED RESPIRATORY DISEASE) di gravità paragonabile alla forma causata dai parassiti adulti.
La sindrome HARD determina un’estesa infiammazione vascolare e polmonare. Le lesioni persistono a lungo dopo la morte delle larve possono predisporre a forme polmonari croniche.

• Meno conosciuta, ma non meno pericolosa per il cane, è la Filariosi Sottocutanea causata da un altro verme nematode, Dirofilaria repens. L’importanza di questo parassita è dovuta al fatto che può colpire anche l’uomo, in seguito alla puntura di zanzara e non per contagio diretto.
Nell’uomo si possono rilevare noduli cutanei (di natura benigna) a livello di cute o, anche di tessuti profondi (come occhio, seno, polmone). Questi noduli sono spesso interpretati dai medici come formazioni tumorali con la conseguente necessità d’accertamenti anche invasivi e gravi preoccupazioni per il paziente.
La prevenzione nel cane in questo caso abbassa il rischio di questi incidenti anche nella specie umana.

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In quali regioni è presente la Filariosi?

Un ulteriore aspetto registrato negli ultimi anni è l’allargamento delle zone a rischio per le Filariosi, conseguenza anche questa dell’aumento della popolazione delle zanzare e dei cambiamenti climatici.
La Filariosi Cardiopolmonare, tradizionalmente presente in tutta la Pianura Padana, nelle fasce pedemontane, in Toscana ed in Sardegna, si è recentemente estesa sia in direzione Nord, interessando il Canton Ticino, sia in direzione Sud, raggiungendo l’Umbria, l’Abruzzo la Puglia e probabilmente già anche il Lazio.
La Filariosi Sottocutanea è presente nelle stesse aree di quella Cardiopolmonare ed inoltre nel centro-sud e nelle isole.

La trasmissione delle Filarie avviene in tutte le ore della giornata……….non solo alla sera.
Mentre Culex è attiva nelle ore serali e notturne, la zanzara tigre è attiva nelle ore diurne. Oggi quindi il rischio di trasmissione delle Filarie copre tutte le 24 ore. L’associazione di zanzare ad attività diurna e notturna accresce il rischio di contrarre la malattia per cani e gatti.

 

Quali sono i sintomi della Filariosi Cardiopolmonare?

Il cane generalmente contrae la malattia nel periodo che va da Aprile-Maggio ad Ottobre-Novembre, quando sono presenti le zanzare. Va comunque notato che la diffusione sull’intero territorio nazionale comporta un aumento del periodo a rischio, tenuto conto delle diverse condizioni climatiche che caratterizzano il nostro Paese.
Nel cane la Filariosi Cardiopolmonare va considerata una patologia cardiaca cronica. I sintomi compaiono anche molto tempo dopo l’infestazione, quando l’organismo reagisce contro i parassiti e il cuore, sottoposto allo sforzo cronico necessario a spingere il sangue verso le arterie polmonari ostruite dalle Filarie, inizia a manifestare sintomi di insufficienza più o meno gravi.
Il cane appare stanco, inappetente presenta tosse persistente, ormai resistente agli antibiotici, non sono rari gli svenimenti, è affannato anche dopo modesti sforzi. Si parla, in questo caso, di “sindrome da minor rendimento”. In seguito il danno cardiocircolatorio si aggrava e la malattia si ripercuote negativamente su tutto l’organismo provocando difficoltà respiratorie e accumulo di liquido a livello addominale.Se non è riconosciuta e curata, può portare alla morte.
Nel gatto, colpito più raramente, la sintomatologia è estremamente variabile. Possono essere presenti disturbi respiratori (tosse) ma anche gastroenterici (vomito). Molti soggetti possono non mostrare alcun sintomo ed andare incontro a morte improvvisa. Nel piccolo felino le difficoltà diagnostiche sono superiori a quelle del cane per mancanza di test sensibili e specifici; a causa di ciò il problema tende ad essere sottostimato.

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La terapia della Filariosi Cardiopolmonare.

Nel cane, la terapia della Filariosi Cardiopolmonare è complessa e prevede l’adozione di misure farmacologiche che devono essere dosate attentamente dal Medico Veterinario in base allo stadio della malattia e allo stato di salute generale dell’animale. Se la permanenza delle Filarie nel cuore dell’animale è stata lunga, il cane può restare cardiopatico anche dopo la terapia poiché il danno cardiaco non sempre è reversibile.
La situazione è ancora più grave nel caso dei gatti perché, ancora oggi, non è disponibile una terapia. Risulta quindi evidente come la migliore soluzione per contrastare questa grave patologia sia la prevenzione.
La soluzione …è la PREVENZIONE !!!!!

La migliore soluzione per contrastare questa grave patologia è la prevenzione che si effettua tramite somministrazione di farmaci. Da primavera ad inverno (almeno maggio-gennaio), visto che il periodo di trasmissione della malattia (in condizioni particolari quali micro-habitat urbani) è molto più lungo dei sei mesi ritenuti in precedenza.
Questo vale per il cane (in cui la malattia è in crescente diffusione sia in aree tradizionalmente a rischio che in zone – come il Sud – un tempo considerate non endemiche) che per il gatto (per le difficoltà a diagnosticarla e per il fatto che per questa specie non esiste alcuna cura).

Nelle aree in cui la frequenza della malattia è inferiore trovano particolari indicazioni quei farmaci ad ampio spettro che oltre a prevenire la Filariosi sono attivi anche nei confronti dei parassiti gastrointestinali.
Nelle zone piu a rischio e quindi indicato un trattamento costante, mensile per via orale oppure un prodotto a lento rilascio per via sottocutanea…..

In fine controlli periodici mediante test specifici effettuati su sangue possono diagnosticare precocemente la Filariosi nel cane. In questo modo la terapia tempestiva può ridurre i rischi di complicanze del paziente…

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